LE PAROLE GIUSTE: COME PARLARGLI DELLA DISLESSIA
La dislessia fa parte della grande famiglia dei disturbi dell’apprendimento scolastico.
E’ un disturbo specifico, di origine genetica/neurologica e di carattere evolutivo,
che si manifesta nella difficoltà di lettura (in correttezza e velocità) accompagnate da difficoltà in scrittura, ortografia e spesso calcolo. Si manifesta sin dai primi approcci con l’apprendimento delle abilità scolastiche in esclusione a condizioni di ritardo mentale, disturbi emotivi, deficit neurologici, povertà culturale o scarse possibilità di apprendimento. Ancora oggi, in molti contesti, i bambini con dislessia sono considerati semplicemente svogliati e demotivati, furbi o ritardati, a seconda dei casi.
Tra le difficoltà maggiori si riscontra quella di comunicare le proprie difficoltà e le loro origini
I bambini con dislessia, come tutti i bambini che si accorgono che “qualcosa non funziona” , si pongono un sacco di domande. A volte trovano il coraggio di rivolgerle ai genitori, più raramente ad insegnanti e operatori.
Le risposte possono essere sfuggenti, vaghe o poco precise, e altrettanto spesso si tende a minimizzare il problema nella convinzione che le nostre parole possano ferirlo.
E’ difficile trovare le parole giuste quando si affronta una oggettiva difficoltà dei nostri bambini o dei nostri studenti!
Ricordiamoci che la verità può essere dura ma ripaga sempre.
Nella mia esperienza clinica la dislessia veniva spesso portata come un argomento tabù, contornata di mistero, pregiudizio e incomprensione. Per questo motivo ho elaborato questo articolo che spero possa tornare utile a tutti voi.
Vediamo quindi come possiamo rispondere con parole semplici a nostro figlio, paziente, allievo, compagno di classe,alle sue difficoltà!
DISLESSIA: in ambito psicologico viene chiamata anche Disturbo Evolutivo Specifico dell’Apprendimento Scolastico.
Cos’è un “disturbo”?
Un “disturbo” è una cosa che disturba! Può disturbare la crescita di un bambino nel senso che può farlo rimanere indietro rispetto agli altri su alcune cose. Ci sono disturbi di tanti tipi diversi. Un disturbo è quando c’è qualcosa nel nostro corpo o nel nostro cervello che funziona a modo suo. A volte un disturbo si vede molto e dà molto fastidio, altre volte si vede meno e non ci accorgiamo nemmeno di averlo.
Cosa vuol dire “Evolutivo”?
Evolutivo vuol dire che è un disturbo momentaneo, che si presenta solo durante la crescita e che poi può sparire.
Cosa vuol dire che è “Specifico dell’Apprendimento Scolastico”?
Vuol dire che c’è una difficoltà nell’imparare bene le cose che ti insegnano a scuola, ma solo quelle (tipo a leggere, scrivere, calcolare..) Per questo si dice che è specifico.
La dislessia è un handicap?
La dislessia non è un Handicap. L’handicap è una menomazione o una perdita di qualcosa a livello fisico o mentale. L’Handicap fisico è quando qualcuno è sulla sedia a rotelle perché non può camminare. L’handicap mentale è quando una persona ha un ritardo mentale o nei gravi casi di malattia mentale. La dislessia non è un handicap, non è una malattia, non è una menomazione, non è ritardo mentale.
Quanti ragazzi e ragazze hanno la dislessia?
Circa il 5 % degli studenti ha la dislessia. Vuol dire che 5 persone su 100 hanno la dislessia. Ma non tutti lo sanno. Quindi immagina quante persone al mondo hanno la dislessia…
Cosa vuol dire dislessia?
Dislessia vuol dire difficoltà a leggere, invertire le parole e le lettere, fare molti errori e leggere molto lentamente. Spesso però non è solo questo. A volte è anche difficoltà a scrivere, cioè scrivere male e fare tanti errori (disgrafia e disortografia), a capire i testi (disturbo della comprensione del testo) e a fare i conti (discalculia), a ricordare le cose, a fare le cose in ordine, a rendersi conto del tempo che passa.
Qual è la causa della dislessia?
Dell’origine della dislessia non si sa tantissimo. Si stanno facendo un sacco di studi. Gli ultimi studi dicono che è di origine genetica. Quindi è possibile che tu l’abbia ereditata da un genitore o da i nonni.
Allora Perché leggo male?
Succede che i geni della dislessia agiscono su un circuito mentale che:
1) fa saltare continuamente gli occhi sul foglio
2) ti fa concentrare sui particolari più che sull’insieme.
Quindi capita che si saltano, si scambiano, si invertono alcune lettere, si saltano le righe e le parole, si legge una parola per un’altra.
La dislessia si risolve?
Si, con l’aiuto e la buona volontà la dislessia si risolve quasi totalmente. Entrambe le cose servono allo stesso modo. E’ un lungo e ci vogliono a volte degli anni (soprattutto se viene fatta tardi la diagnosi).
Posso fare qualunque lavoro?
Si, ma alcune scuole e alcuni lavori ti costeranno più fatica di altri in termini di impegno e attenzione. Mentre altri, che richiedono la creatività e l’inventiva, ti risulteranno molto più facili. Alcune scuole puntano molto lo studio sui libri. Esistono dei metodi per leggere i libri senza affaticarsi troppo (es. lettore vocale automatico) . Oppure si può usare il correttore ortografico di Word, oppure ancora programmi per fare mappe concettuali. Con motivazione e impegno potrai frequentare qualunque scuola.
Esistono delle leggi per i ragazzi con Dislessia?
Si, esiste la nuova legge 170 (2010). Ci sono scritti i tuoi diritti e i doveri (obblighi) degli insegnanti cioè in modi con cui puoi essere aiutato.
Cosa posso fare per migliorare?Cell.3311842704
Le 10 regole d’oro.
1) Trova delle letture che ti piacciono e sforzati di leggere più che puoi: a voce alta, sottovoce, in silenzio. (Lettura non vuol dire solo leggere libri: puoi leggere forum su internet, puoi leggere manuali, sottotitoli di un film che ti piace, un fumetto, le email su facebook dei tuoi amici).
2) Segui quando puoi la lettura con il dito, con la penna, con il mouse.
3) Fatti continue domande per verificare se hai capito quello che hai letto.
4) Rileggi più volte un brano per leggerlo sempre più velocemente.
5) Impara a fare mappe concettuali per lo studio.
6) Usa il computer più che puoi per fare ricerche e scrivere.
7) Parla dei tuoi problemi agli amici e invitali spesso a studiare.
Impegnati più che puoi.
9) Ascolta i consigli di chi se ne intende e cerca sempre di seguirli.
10) Impegnati i scoprire i tuoi talenti e coltivali !
Ricorda che lo studio è l’unica cosa che ti rende LIBERO. La vera liberà sta nella conoscenza del mondo. Sei libero solo se sai distinguere il vero dal falso, se sai vincere con le parole, se non ti fai imbrogliare, se conosci il perché delle cose, se hai imparato dagli errori dei tuoi antenati, se puoi dire sempre le tue idee a voce alta!
Maggiori informazioni :
Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinico-dinamica, esperta in prevenzione, diagnosi e trattamento dei disturbi dell’apprendimento e del comportamento infantile.
www.centroamamente.it
www.milanologopedista.it